E’ nato oggi a Venezia il comitato Veneti per l’astensione, per denunciare l’inutile spesa pubblica del referendum/plebiscito indetto da Zaia per ottobre. Riportiamo qui sotto l’appello, che può essere firmato su astensioneveneto.it. Per aggiornamenti più costanti, potete seguire il nostro canale Facebook.
Appello per l’astensione: basta prese in giro.
Ancora una volta ci prendono in giro. Chi ci governa dai palazzi veneziani ha convocato una consultazione-truffa.
Vorrebbero farci credere che si andrà a votare per l’autonomia fiscale, per diventare come Trento e Bolzano, per l’indipendenza del Veneto. Solo che la verità è più forte delle loro bugie. E la verità è che un referendum consultivo non può portare alcuna indipendenza politica. La verità è che un referendum consultivo non può farci ottenere alcuna autonomia fiscale. La verità è questo referendum consultivo non cambierà assolutamente niente per i veneti. Fatta eccezione per i 14 milioni di euro buttati dalla finestra.
Una grande distrazione di massa, a spese di noi contribuenti.
Cambierà invece qualcosa per acchi ci governa, che ancora una volta potrà fare a meno di rispondere dei propri fallimenti. I partiti che da due decenni ci governano dai palazzi veneziani, Lega e Forza Italia, non hanno mosso un dito per l’autonomia del Veneto nemmeno quando erano al governo del Paese, nonostante ad ogni elezione questa promessa fosse nei loro programmi. E adesso vogliono farci credere che con l’ennesimo voto cambierà qualcosa. Ma non è così, perché il vero scopo di questa consultazione non è l’autonomia: è dare un ulteriore assegno in bianco ad una classe dirigente che governa ininterrottamente il Veneto da ventidue anni.
Ventidue anni che hanno visto la nostra regione perdere continuamente posti nell’economia globale. Ventidue anni di sprechi, di mala gestione, di una gestione pubblica a vantaggio dei pochi e non dei molti.
Una sanità regionale che ha accumulato, sotto i colpi di disastrosi progetti di finanza, debiti su debiti. Grazie alla gestione scriteriata e predatoria dei nostri governanti, noi veneti dobbiamo pagare sempre di più per avere un’assistenza medica di base. Per non parlare del disastro ambientale ed economico della Pedemontana, che peserà per generazioni sulle spalle dei veneti. E non dimentichiamo lo scandalo del Mose, che ancora grida vendetta.
Paghiamo e continueremo a pagare cara la loro assoluta incapacità di fronte alla vicenda delle banche popolari: Zaia e company non solo hanno permesso che per decenni la finanza veneta – su cui avevano il dovere di sorvegliare – venisse taglieggiata dalle gang bank, ma pure non sono riusciti a far niente per evitare che una multinazionale come Banca Intesa si mangiasse quello di buono che ne rimaneva.
Insomma, la classe dirigente regionale è in piena bancarotta, morale e politica. E così cercano di distrarci dai loro disastri con un finto referendum su una finta autonomia.
Ma noi non ci stiamo. Da giovani veneti ci siamo stufati di una classe dirigente incapace, che si riempie la bocca di promesse e poi non vuole (o non è in grado) di difendere gli interessi delle nostre comunità. “Prima i veneti”, dicevano. Bene: questa volta lo diciamo noi. Perché il Veneto siamo noi e non i professionisti delle chiacchiere barricati da due decenni nei palazzi veneziani.
Per questo abbiamo deciso di costituire il Comitato per l’astensione alla farsa indetta da Zaia. Un’astensione per gridare che questa consultazione non sarà un momento di espressione democratica del popolo sovrano come lo furono i referendum sui beni comuni del 2011. Questo è un plebiscito che servirà solo ad alimentare il potere di chi ci comanda. E in un plebiscito quello che conta non è la percentuale dei Sì o dei No, che andranno tutti a vantaggio di Zaia: quello che conta è solo quanta gente andrà effettivamente a votare.
Nei prossimi mesi impegneremo tutte le nostre forze per convincere i veneti a non cadere nell’ennesima truffa dell’oligarchia che comanda a Venezia. Non perché siamo contro l’autonomia. Al contrario, perché ne vogliamo una vera: che vada a vantaggio delle comunità locali, non dei politicanti e dei loro amici affaristi. Ad ottobre, ai veneti verrà data un’alternativa: andare a votare, dando l’ennesimo assegno in bianco alla casta di Venezia. Oppure scegliere un’astensione attiva, democratica e popolare. Per compiere così il primo passo verso un Veneto finalmente libero da questa classe dirigente inetta ed incapace.