Nelle ultime settimane il Lago di Fimon è stato oggetto della mobilitazione di associazioni ambientaliste, politici e cittadini, al punto da guadagnare le pagine dei quotidiani locali e regionali. In realtà è da un paio di anni che questo bacino lacustre incastonato nei Colli Berici è al centro di accese battaglie. Come mai?
Non tutti sanno che il Lago di Fimon è un ecosistema di particolare pregio per la ricchezza di biodiversità e ha un’importanza tale da essere un’area protetta inserita nella “Rete Natura 2000” dell’Unione Europea, classificata “Sito di Interesse Comunitario e Zona Speciale di Conservazione”, unitamente al comprensorio dei Colli Berici. Quando andate a passeggiare attorno alle sponde del Lago o nei boschi circostanti, vi state lasciando alle spalle una pianura ecologicamente povera altamente urbanizzata e sottoposta a notevoli pressioni antropiche per immergervi in un’isola di rilevante valore naturalistico.
Da qualche anno un gruppo di associazioni ambientaliste e di cittadini della zona vigila con attenzione sulle scelte che riguardano l’area, verificando che gli interventi proposti abbiano adeguate basi scientifiche e che rispettino la normativa, favorendo una fruizione del Lago che non stravolga l’ambiente e che sia in armonia con la sua vocazione naturalistica. Diversi i risultati raggiunti: è stato bloccato un impattante progetto del comune di Arcugnano relativo all’allargamento della strada perilacuale e alla creazione di un ulteriore pontile; si è ottenuta la modifica del bando comunale per la gestione del bar sulle rive del Lago in modo da ripristinare la fruibilità dell’adiacente aula didattica altrimenti sacrificata; si è impedito l’avvio del progetto di riempimento della vicina ex cava di San Rocco con terre e rocce da scavo.
Venendo a quanto accaduto nelle ultime settimane, l’attenzione è stata concentrata sul contenuto del “Nuovo Piano Regionale Faunistico-Venatorio (2022-2027)” in approvazione al Consiglio Regionale. L’allarme è scattato per la drastica riduzione della superficie delle aree protette nel territorio di Vicenza (poco più del 5%) e in particolare della delicatissima area del Lago di Fimon.
Qui si proponeva l’eliminazione della fascia di protezione prevista fin a quel momento attorno allo specchio lacustre con conseguente estensione della zona di caccia fino alle sponde del lago.
Una scelta chiaramente incompatibile con la riconosciuta importanza naturalistica dell’area, in spregio delle esigenze della fauna selvatica nonché della sicurezza dei numerosi cittadini che frequentano la zona.
La mobilitazione dei residenti, delle associazioni ambientaliste (LIPU Vi; WWF Vi-Pd.; Legambiente Vi; SOS Anfibi Vi; Comitato Sorgive di Bressanvido) e della lista civica Idee in Comune per Arcugnano ha portato prima ad una raccolta firme e successivamente a una partecipata manifestazione al Lago di Fimon e a una campagna di email al Consiglio Regionale da parte dei singoli cittadini. Accesi i riflettori sulla questione, sui giornali si è fatta sentire anche la voce congiunta di 90 esperti e, da ultimo, l’amministrazione comunale di Arcugnano ha inviato le proprie osservazioni alla Regione.
In Consiglio Regionale sono stati i Consiglieri Andrea Zanoni, Cristina Guarda e Giacomo Possamai a portare avanti queste istanze e, all’esito di due giorni di discussione, sono stati approvati emendamenti fondamentali al “Piano Faunistico Venatorio” che ne hanno mutato la fisionomia.
Il risultato è importantissimo per il territorio vicentino: la Zona di Ripopolamento e Cattura (ZRC, in cui è vietata la caccia) del Lago di Fimon viene conservata e viene creato un corridoio ecologico che la collega all’Oasi di Casale, dando vita ad un’unica area protetta di 1400 ettari, una delle più grandi del Veneto; viene inoltre istituita l’oasi del Bosco del Quarelo.
Un successo frutto dello strenuo impegno e della sinergia tra associazioni, cittadini e amministratori che salvaguarda un polmone verde della provincia vicentina ma che non permette di abbassare l’attenzione sul problema dell’eccessiva urbanizzazione che affligge il territorio.
Per il Lago di Fimon si apre una nuova stagione con l’affidamento in gestione pluriennale dalla Regione alla Provincia di Vicenza con l’attribuzione di fondi per una progettazione di lungo termine, che speriamo venga indirizzata alla conservazione dell’area e alla promozione di un turismo sostenibile e consapevole e sulla quale non cesseremo di vigilare.
Irene Da Rin Betta per Legambiente Vicenza