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Fornaci Rosse ha eletto il suo Sindaco!

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Fornaci Rosse - dibattiti musica cultura associazione città festival Vicenza sindaco

Davvero. Sono stati presentati i programmi, c’è stato un dibattito, e si è tenuta poi un’elezione con tanto di urna dove depositare il proprio voto. E con il 42,8% di consensi, Chiara Celoria è stata eletta sindaco da volontari e fruitori del festival.

Ma facciamo un passo indietro.

Per chi non ci conoscesse, Fornaci Rosse è un movimento di lavoratrici e lavoratori, di studentesse e studenti vicentini, che trova la sua massima espressione nell’omonimo festival che da otto anni si tiene a Parco delle Fornaci. L’ottava edizione (da capogiro: non vediamo l’ora di raccontarvi come è andata!) si è conclusa appena due settimane fa, ed è stata segnata tra le altre cose anche da un singolare gioco organizzato con e per i volontari del festival.

Come tutti i festival vicentini, anche Fornaci Rosse si contraddistingue per il grande impegno spontaneo che moltissimi e moltissime mettono in campo: mediamente quasi 70 persone di tutte le età contribuiscono alla buona riuscita del festival. Senza di loro, inutile dirlo, non esisterebbe alcun festival a Vicenza.

Quest’anno in particolare ci siamo posti una domanda: ma perché proprio a Fornaci Rosse? Non è una domanda scontata in tempi di sempre più generale allontanamento dalla politica. In tempi poi non certo facili per la sinistra (soprattutto in Veneto…), non è scontato un sostegno così determinante e attivo. Abbiamo quindi cercato di darci una risposta proprio insieme alle nostre volontarie e ai nostri volontari.

Il festival è nato per offrire un’alternativa all’approfondimento politico comunemente inteso, che tende a parlare più alla politica stessa che ai cittadini che ne stanno fuori. Una discussione come quella che avevamo in mente non poteva quindi essere un normale dialogo attorno a un tavolo. Da qui è quindi nata l’idea di dar vita a un gioco – che proprio un gioco in realtà non era.

Volontarie e volontari sono stati divisi in tre gruppi: ognuno era una lista candidata a delle immaginarie elezioni a Vicenza, e ognuno doveva identificare al proprio interno un candidato o una candidata a Sindaco della città. Dopo un momento di elaborazione del programma, i tre candidati si sono sfidati in un vero e proprio dibattito pubblico, presentando prima i propri progetti per Vicenza e rispondendo poi alle domande più variegate dei moderatori. Da quel momento è stato dato via al suffragio: chiunque veniva al festival poteva leggere i rispettivi programmi per Vicenza e votare poi nell’urna presente all’ingresso.

Una scelta non facile: nei programmi elettorali spiccavano infatti proposte forti e particolari, segno anche di come sia fondamentale per la crescita collettiva invogliare nuove persone a prender parte ai processi di elaborazione politica. La lista “Dove c’è vita c’è sicurezza” (ognuna si era dotata anche di un nome!) ha proposta la creazione di due percorsi artistici, uno nord-sud e uno est-ovest, che attraversino Vicenza includendo anche zone oggi lasciate a loro stesse, come San Marco, Corso Fogazzaro, ma anche Borgo Berga e la Rotonda o Campo Marzo, creando quindi così legami e relazioni intraurbane attraverso l’arte. La lista “Pedaliamo verso il futuro” ha insistito invece sulla necessità di rivedere in maniera importante i piani urbanistici di sviluppo della città, riqualificando gli immobili abbandonati e frenando la cementificazione, per poi chiudere con una provocazione: “il nostro ‘pedaliamo’ nel nome? Non per le bici: rendiamo i fiumi vicentini navigabili mettendo a disposizione per cittadini e turisti…pedalò!”. Infine la lista “Vicenza equa e verde” ha fatto leva sui servizi al cittadino, notando come soprattutto in centro siano totalmente assenti panchine e tavoli dove sostare, e come la risposta a questa necessità sia delegata quindi ai locali costringendo i fruitori a consumare; oltre a questo si è sentita particolarmente forte il bisogno di spazi per i cittadini, quali biblioteche aperte 24 ore su 24, nuovi studentati e case popolari e piste ciclabili su tutti gli argini.

Come in politica, vinti e sconfitti sono solo i protagonisti di uno specifico momento. A circolare nel tempo sono le idee e le persone, e per questo motivo non si è trattato solo di un gioco. Decine di persone infatti si sono trovate, hanno condiviso tra loro immagini e sogni di una Vicenza del futuro, di un futuro che non deve e non può essere remoto. Hanno discusso e cercato di calare nella realtà le ambizione politiche dell’associazione di cui fanno parte, che da statuto ha come cardini il femminismo, l’ambientalismo e il socialismo.

Si è trattato quindi di un momento molto importante per l’associazione, apprezzato da volontarie e volontari, che ha dato loro un nuovo senso al “fare politica”. Un momento che non si è concluso quella mattina, e che non si è concluso nemmeno alla fine del festival: da qui, infatti, Fornaci Rosse svilupperà un breve manifesto per il futuro di Vicenza, costruito sulle proposte e ambizioni dei tre gruppi. Sarà poi compito della politica istituzionale eventualmente raccoglierlo, rilanciarlo e farne tesoro per la città. Da parte nostra, continuiamo e continueremo nel nostro impegno per diffondere un nuovo modo di fare politica: siamo nati proprio per questo.

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