Siamo giunti al termine del nostro viaggio, o meglio del primo giro di questo podcast nei luoghi di lavoro (potrebbe essercene almeno un altro, per tutti quei lavori di cui non abbiamo parlato). Il cerchio si chiude su Lorenzo, da sempre musicista e da qualche tempo anche partita IVA.
Lorenzo si barcamena da anni e anni tra lavori malpagati o insicuri e il lavoro nel settore della musica e dello spettacolo, quello che sente come suo e a cui ha deciso di dedicarsi totalmente solo adesso, nella congiuntura attuale di un mondo che cerca di uscire da una pandemia.
Lorenzo è inoltre un nostro fedele ascoltatore e abbiamo discusso assieme di cosa significa questo podcast per lui e per noi, per tutte le persone che si ritrovano in una situazione comune di sfruttamento e precarietà, cui abbiamo cercato di dare voce.
Nella nostra goffaggine abbiamo cercato di spiegare cosa ci ha mosso a compiere questo sforzo, non essendo né professionisti dell’audiovisivo né ricercatori sociali, siamo invece perlopiù figli e figlie di una generazione che nutriva un forte senso di appartenenza collettiva (al partito, al sindacato, ai movimenti…), ora dissolto.
Questo podcast è quindi un tentativo di recuperare quella dimensione nelle forme consone a questi giorni, a partire da noi stessi e dalle nostre storie, trovare qualcosa che aggreghi e superi l’individualismo mantenendo al contempo l’individualità di ciascuno. In fondo la promessa del socialismo è propria questa, la promessa di un mondo in cui una persona può considerarsi libera se e solo se tutti sono liberi: «Nessuno è libero finché anche un solo uomo al mondo sarà in catene», disse qualcuno.
La via che abbiamo scelto di percorrere è quella attorno a cui la sinistra è nata, imparando ad organizzarsi e reclamando diritti, combattendo molte battaglie e vincendone alcune, ad esempio sul limite di 8 ore lavorative, di cui parlava lo stesso Marx in un capitolo del Capitale.
Anche noi, spaziando di puntata in puntata da una professione all’altra, abbiamo avvertito che il tempo è la rivendicazione che ci accomuna: tempo da sottrarre allo sfruttamento e al profitto, tempo da dominare per costruire vite degne di essere vissute.
Resta ancora molta strada da fare, in termini di rappresentazione e rappresentanza, di organizzazione collettiva… per ora ci salutiamo e ci diamo appuntamento alla prossima stagione!