Primo Soccorso Lavoro

Lo statuto dei lavoratori e il futuro.

3 Mins read
Fornaci Rosse associazione festival FR musica buon cibo dibattiti sagra vicenza veneto volontari veneto Titanic prendi il tuo tempo avanti statuto lavoratori primo soccorso sindacato lavoro

di Giuseppe Rigobello

Bisogna partire dalle reazioni dei giornali. Il 22 maggio del 1970 L’Avanti, sotto l’euforico titolo “lo statuto dei lavoratori è legge”, scrive: La Costituzione entra in fabbricail riconoscimento esplicito di una nuova realtà che, dopo le grandi lotte d’autunno, nel vivo delle lotte per le riforme sociali, vede la classe lavoratrice all’offensiva, impegnata nella costruzione di una società più democratica.

È proprio questo il punto centrale se si vuole vedere la grande importanza storica dello statuto dei lavoratori. Non si tratta solamente di una sacrosanta legge che finalmente riconosce tutta una serie di fondamentali diritti che la costituzione aveva solo accennato e che mai si erano applicati sui posti di lavoro, si tratta bensì di un esplicito riconoscimento all’essenziale funzione che la lotta sindacale rappresenta nel garantire la qualità di una democrazia. Lo statuto vuole promuovere l’azione sindacale, come momento fondamentale della partecipazione politica. 

È qualcosa che si tende a dimenticare nell’attuale dibattito sullo statuto, che si è giustamente riaperto nel cinquantennale della sua promulgazione. Sono importantissime la parole del segretario della Cgil quando parla del superamento dei limiti di applicazione della terzo titolo (quello che disciplina nello specifico i diritti di partecipazione sindacale nel posto di lavoro), limitato ad oggi solamente alle unità produttive con più di 15 dipendenti, in un contesto italiano basato su piccole imprese. È sacrosanto rivendicare nuovi diritti, adeguati al mutare del mondo del lavoro e all’emergere di nuove tecnologie (per esempio il diritto alla disconnessione), come anche rivendicare la dignità dei nuovi sfruttati. Con la perdita di centralità del lavoro, ridotto nuovamente ad una merce come le altre, è andata persa anche la sua centrale funzione politica e democratica.  Quello che pretendiamo allora non è semplicemente un nuovo decalogo aggiornato di diritti concessi dal legislatore (e già questo oggi sembra fantapolitica) ma nuovi mezzi per incidere nella realtà come lavoratori. 

C’è un altro insegnamento che le vicende che portarono alla promulgazione dello statuto ci danno per il futuro, senza però cadere nella trappola di un romanticismo nostalgico rispetto ad una fase storica ormai conclusa da tempo, che non può essere del tutto presa a modello per la situazione attuale. Lo statuto, nel suo contenuto essenziale, non nasce quel 20 maggio del 1970, ma esisteva già prima nella prassi delle lotte dei lavoratori, in particolare in quello che sarà ricordato come l’autunno caldo. È interessante rispolverare oggi un testo fondamentale per capire la portata storica di quell’evento: l’articolo “Lenin in Inghilterra” con cui Mario Tronti apriva il primo numero della rivista “Classe operaia” nel 1964, pietra miliare dell’operaismo degli anni sessanta. Proprio il fatto che questo testo anticipi l’autunno caldo e lo statuto di cinque o sei anni mostra come Tronti fosse in quegli anni uno di quei intellettuali che annusano i tempi e sanno darne un interpretazione e soprattutto una direzione. Tronti intuisce che i rapporti di forza esistenti in quel momento sono tali da invertire quello che era sembrato fino ad allora il motore della storia, cioè lo sviluppo del capitalismo che si impone sull’assetto della classe operaia. “Occorre rovesciare il problema, cambiare segno, ripartire dal principio: e il principio è la lotta di classe operaia”, scrive. 

Il meccanismo è dunque rovesciato: è la particolare situazione politica della classe lavoratrice che impone al capitale un certo tipo di sviluppo e lo vede costantemente alla rincorsa dei mutamenti e delle lotte, per cercare di assorbirle a proprio vantaggio. Esistono però dei momenti storici in cui i rapporti di forza, sbilanciati verso i lavoratori, consentono che siano questi ad imporre un riformismo del capitale a proprio vantaggio, non con semplici concessioni ma con grandi riforme strutturali. Il quinquennio 1967-1972 è uno di quei momenti storici, e qui si riaggancia la questione dello statuto dei lavoratori non come semplice decalogo dei diritti dei dipendenti, ma come mezzo per garantire il ruolo politico dei lavoratori in quanto tali. 

Certo quei particolari rapporti di forza non continuarono oltre quel breve periodo e oggi è ben difficile parlare di “classe operaia” e tutti i paroloni che andavano di gran moda tra gli intellettuali operaisti. Eppure quello di classe è un concetto prevalentemente politico, esiste dove vi è il riconoscimento reciproco tra persone nella stessa condizione e si costruisce (o ricostruisce) con la prassi, con le lotte di tutti i giorni. Insomma oggi non possiamo aspettarci che il riconoscimento delle nuove forme di lavoro, l’estensione dei diritti sindacali, le nuove forme di tutela calino dall’alto da un’illuminata, e soprattutto non ben identificata, classe politica, ma ci si deve impegnare nella ricostruzione di rapporti di forza favorevoli, che siano nuovamente in grado di imporre un diverso assetto al capitale, non più in termini sfavorevoli ai lavoratori. 

Una buona notizia in questo senso sono stati a mio avviso gli scioperi spontanei e la minaccia dello sciopero generale che si sono verificati a marzo, per chiedere la chiusura della attività produttive non essenziali, in piena crisi sanitaria. Certamente bisogna tenere conto della particolare e drammatica situazione, ma quello è stato un esempio di come i lavoratori, che per una volta da tanti anni hanno agito come classe, possano imporre della scelte importanti.

Related posts
Primo Soccorso Lavoro

Alcune banalità sul lavoro che abbiamo imparato quest’anno.

2 Mins read
di Giuseppe Rigobello In questo anno sfortunato l’epidemia ha aperto il vaso di Pandora su alcune realtà del mondo del lavoro che,…
Primo Soccorso Lavoro

Lo smart working deve diventare un diritto.

3 Mins read
di Giuseppe Rigobello L’emergenza coronavirus ha fatto piombare da un giorno all’altro milioni di lavoratori in una nuova realtà lavorativa: il lavoro…
Primo Soccorso Lavoro

Vi presentiamo il Primo Soccorso Lavoro.

2 Mins read
di Giuseppe Rigobello Il progetto Primo soccorso lavoro di Porto Burci, nonostante fosse in progettazione già da alcuni mesi (ovviamente ignari del…