
Vicenza ha avviato la procedura per dotarsi di un PUMS, Piano Urbano della Mobilità Sostenibile. Una progettazione che partiva già in ritardo: il Governo dava scadenza ai Comuni per dotarsene nel 2019, salvo poi rinviare la scadenza al 5 ottobre 2020. Si è tenuto il 23 gennaio 2021 il primo incontro partecipativo organizzato dal Comune di Vicenza insieme alla società che ha vinto il bando per produrre il PUMS.
Sei mesi fa avevamo ospitato proprio nelle nostre pagine un resoconto di quell’incontro. In brevissimo, il giudizio era stato questo: un momento confezionato molto bene di finta partecipazione. Ma perché – ci si potrà chiedere – fare tanta fatica e poi non coinvolgere davvero le persone? Perché è l’Unione Europea a definire le linee guida per lo sviluppo del PUMS. E la partecipazione ha un ruolo centrale. Serve quindi mostrare gli sforzi in tal senso per soddisfare i requisiti posti.
COME STA PROCEDENDO LA REDAZIONE DEL PUMS?
Non è dato saperlo.
Sicuramente non secondo i piani. Oggi è il 3 agosto. Il 23 gennaio, al primo (e unico!) incontro pubblico online, erano state poste questi orizzonti temporali:
• primavera 2021: “ci sarà il PUMS preliminare”
• estate 2021: “il secondo workshop, dove chiederemo nuovamente feedback; lì vi chiederemo proprio di azioni e politiche concrete”
• fine estate 2021: “sì arriverà quindi al piano adottato a cui seguiranno le osservazioni di tutti
• ”verso fine estate 2021, facciamo autunno”: “si giungerà quindi all’approvazione del PUMS”.
Lo ribadiamo: oggi è il 3 agosto, insomma, in piena estate 2021. Stiamo per entrare nelle settimane di Ferragosto, quando metà è più Italia sarà in vacanza. E no: non è sicuramente colpa nostra o dei lettori se non avete visto alcun PUMS preliminare o altri workshop. Semplicemente non c’è stato nulla di tutto ciò, a parte un questionario online fatto con non si sa quale obiettivo.
DAVVERO NON C’È ALCUNA NOVITÀ?
No: il Comune ha dato segni di vita dopo mesi di silenzio. Il 27 luglio infatti emerge un nuovo bando: https://www.comune.vicenza.it/albo/notizie/notizie.php/291443.
Un concorso di idee dove si tratteggiano nuove scadenze: “Entro le 12 del 30 settembre 2021 sarà possibile, pertanto, presentare il proprio contributo […] che saranno inseriti nel percorso di definizione del Pums”.
La lista di spazi dove poter dare il proprio contributo è composta da 23 ambiti urbani. A esser premiati però saranno solo tre progetti. Più tre menzioni d’onore, di cui due riservate a partecipanti under 35, che hanno più il sapore del “ritenta, sarai più fortunato”.
E tutte le potenziali altre proposte, la proprietà creativa rimarrà del progettista che ha perso? Macché. “Ciascun parteciparne, con l’adesione all’iniziativa, accetta senza alcuna pretesa di cedere gli elaborati al Comune di Vicenza”, che potrà “utilizzare gli elaborati per eventuali pubblicazioni, esposizioni, dibattito pubblico”, o “sviluppare le soluzioni progettuali, nei loro aspetti di pianificazione della mobilità, all’interno della pianificazione propria del redigendo PUMS”.
IL PROBLEMA POLITICO
Questa novità è l’emblema della politica che abdica al suo ruolo in favore dei tecnici.
Qual è l’evidente gioco dell’Amministrazione? Siccome non ci sono idee, allora facciamo un concorso di idee! Tralasciamo pure che il premio potrebbe essere una mera menzione d’onore o al più, per tre persone, una vincita in denaro che svaluta completamente il lavoro richiesto (il premio massimo – ripetiamo: massimo – è di 2.500€; abbiamo chiesto a qualche architetto di preventivare le richieste del bando e la cifra di cui ci parlano è ben più alta).
Intanto il Comune guadagnerà la cosa più preziosa: progetti a iosa, per riempire i cassetti di possibili interventi da tirar fuori a tempo debito. E guarda un po’ il caso: manca poco per la nuova campagna elettorale…
Qui iniziano però parallelamente a svelarsi tutti i limiti della “partecipazione” (a questo punto ci pare doveroso metterla tra virgolette) proposta per la redazione del PUMS. Ad ora i vicentini hanno dato semplicemente qualche voto a delle foto. Qualche giudizio a qualche domanda.
E cosa è servito a tutto ciò? Niente, perché ora entrano a gamba tesa architetti, ingegneri e geometri. È pleonastico dire che percorso bottom-up dovrebbe essere proprio al contrario: i tecnici dovrebbero prendere atto dei bisogni e delle volontà del popolo, e tradurre il tutto poi in progetti.
In questo caso il progetto però non è nemmeno top-down, perché a mancare è proprio il vertice. L’Amministrazione ha avviato un percorso. Era già in ritardo, e ha cercato di calcare la mano per far tutto in fretta e furia. Ora ha accumulato ancora più ritardo. Per superare la stagnazione evidente sfrutta la creatività dei vicentini e potenzialmente sottopaga le risorse della città che si metteranno in gioco. Senza alcun disegno più grande, senza dare direttive salvo parole vacue, quali: “lo scopo di recuperare pedonalità e spazi di relazione” (nota divertente: sono le parole di chi ha aperto al traffico Corso Fogazzaro, che era pedonale!), nell’ottica di una “città 15 minuti a piedi”, un’ambizione che è bene ricordare venire direttamente dal nuovo sviluppo di Parigi, una città che al momento è “1 ora a piedi”.
Un castello di carte più che di buone intenzioni, costruito da un’Amministrazione che governa un Comune che di fatto è già “15 minuti a piedi”. Quella stessa Amministrazione che ha aperto alle auto Corso Fogazzaro (ma come, lo scopo non è “recuperare pedonalità”?) e che anziché togliere tout-court l’inutile parcheggio di Piazza Matteotti, che oggi ospita ben 48 stalli e spesso è mezzo vuoto, condiziona questa scelta alla costruzione di un parcheggio grande il triplo all’ex macello.
Insomma: il grande gioco – perché a questo punto davvero di questo si tratta – del PUMS continua. Noi vicentini riceveremo un faldone da leggere probabilmente in poche settimane. Nel mezzo qualcuno sarà pure drenato di idee. Questa Amministrazione potrà fregiarsi di un’altra casellina spuntata nella lista di “cose fatte non per davvero”. E il futuro dello sviluppo urbano della città per i prossimi dieci anni sarà legato a tutto questo.
Il gioco continua, ma ora fa sempre meno ridere.