
di Edoardo Ferrio
Da qualche settimana, a Parco Fornaci, al posto della fontana che accoglieva all’ingresso i visitatori del parco, è stato eretto un palco, largo 15 metri, profondo 10 e alto 1, che avrebbe dovuto fungere da piattaforma per concerti, spettacoli teatrali, comizi, dibattiti. Una base di cemento in un area verde dove il progetto è rimasto incompleto, privo delle finiture previste per renderlo ben inserito nel parco.
Facciamo un passo indietro. Nel 2017, al bilancio partecipativo della città di Vicenza, tre progetti vengono eletti vincitori. Il secondo classificato di questi tre era “Sei Verde”, scritto da quattro associazioni della città: l’Orchestra Giovanile Vicentina, che aveva richiesto la costruzione del palco a Parco Fornaci; l’associazione Nuova Vita a Santa Bertilla, per la riqualificazione del Giardino Manfè nel quartiere; il Laboratorio Spazi Rurali e Boschi Urbani, per la valorizzazione del Bosco di Carpaneda, attraverso la realizzazione di una serie di percorsi all’interno del bosco con tanto di pannelli per indicarne la percorrenza; l’APS Senza Frontiere, per la messa in regola del Centro Tecchio. Ad oggi, solo quest’ultimo progetto è stato realizzato nella sua interezza, mentre gli altri tre sono rimasti incompleti.
“Quando è uscito il bilancio partecipativo, abbiamo deciso di partecipare come OGV” spiega Paolo Scalco, membro del direttivo dell’Orchestra Vicentina Giovanile “A Vicenza non esiste un sito dove si possa andare a suonare comodamente, nonostante la città presenti molte realtà che praticano musica, danza, teatro. Non ci sono possibilità di esprimersi se non nei teatri, che però hanno costi molto alti. L’idea di avere un sito che fosse a disposizione della comunità ci piaceva tantissimo.”
Rendendosi conto della difficoltà di vincere il bando, le quattro associazioni hanno deciso di fare fronte comune, ben consce che la realizzazione dei vari progetti sarebbe stata parziale e con la necessità quindi di partecipare ad altri bandi del bilancio partecipativo. I già citati obiettivi dovevano essere delle operazioni che fossero in armonia con la città e con il verde della stessa, senza deturpare l’aspetto delle zone scelte.
“Ci siamo messi insieme e ci siamo dedicati a tutto tondo per vincere il bando, riuscendo nella missione a giugno 2017, con quasi 1000 firme a sostegno” prosegue Scalco “A metà settembre dello stesso anno ci siamo incontrati con lo studio tecnico incaricato della realizzazione del progetto, mentre con il Comune avevamo sviluppato l’idea di creare un posto che avesse costi risibili per chi voleva utilizzarlo (solo il costo della corrente), in modo che l’accesso al palco fosse molto semplice. Il progetto aveva un costo all’incirca di 33’000 euro e a primavera 2018 sono arrivati i soldi del mutuo. Sapevamo che con quella cifra probabilmente non sarebbe stato possibile ultimare il palco con la copertura così, nel 2019, visto che i lavori non iniziavano, partecipammo di nuovo al bilancio partecipativo, con l’obiettivo di avere la copertura del palcoscenico e possibilmente la chiusura dello stesso ma questa volta il progetto ci venne respinto: secondo l’amministrazione, il risparmio della gara al ribasso della costruzione del palco avrebbe permesso di realizzare la copertura”.
I tempi di costruzione sono proseguiti lentissimi: ad autunno 2019 il palco non era ancora stato cominciato, anche perché l’amministrazione si era resa conto che i fondi non sarebbero bastati per costruire anche la copertura. Ci venne detto che sarebbe stata fatta comunque con l’intervento del Comune, grazie ad una delibera della giunta per coprire la differenza, salvo fare un passo indietro nel 2020, quando, a due anni dallo stanziamento dei fondi, i lavori sono finalmente iniziati. A quel punto, dopo due mesi circa, i lavori del palcoscenico sono stati interrotti, lasciando così la base di cemento senza finiture, e i soldi dirottati su altre opere all’interno nel parco, togliere lo stagno, fare un campo di pallacanestro; progetti molto apprezzabili, ma i fondi erano stati stanziati per altro”.
L’Orchestra Giovanile Vicentina è una realtà che da sempre collabora con le amministrazioni comunali, al di là del colore politico; già dal lontano 1997 l’associazione ha come sede logistica Villa Lattes; in cambio degli spazi, l’associazione restituisce alla città alcuni concerti l’anno. “Noi facciamo musica e siamo sempre stati fuori dalle questioni politiche, ma senza l’apporto del Comune diventa difficile sviluppare progetti anche legati alla solidarietà, in favore di altre associazioni di volontariato. Speravamo in uno scatto d’orgoglio da parte dell’amministrazione; volevamo realizzare un palcoscenico finito, chiuso da tre lati, con entrata a soffietto, per il quale sarebbe bastato accendere la luce per renderlo utilizzabile e sicuro, ma per ora possiamo solo sperare in questo risultato che poi abbia anche una gestione e controllo da parte del comune”.
A questo si aggiunge l’aggravante di aver realizzato una base di cemento, funzionale come sostegno di una copertura o di americane, ma non integrata, come da accordi, nell’armonia del contesto con finiture di gabbie di pietrisco e uno sfondo di piante verdi per creare sintonia con il parco. “Avevo personalmente suggerito anche altri materiali per la costruzione del palco. Ora il progetto è rimasto incompleto ed abbandonato alla mercé di tutti senza nessuna protezione e diventa oggi pericoloso per i bambini che ci giocano sopra”.
Lasciato così non ha senso e più passa il tempo meno mi sembrano le possibilità che il lavoro finisca. È chiaro che il cambio di giunta abbia rallentato l’iter, ma se i soldi erano disponibili nella primavera del 2018 mi pare assurdo che a fine Settembre 2020 non si sia terminato nulla e mi chiedo anche perché non siano stati terminati i lavori finanziati e compresi nel progetto”.
L’idea dell’Orchestra Giovanile Vicentina era delle più lodevoli, mirata a dare qualcosa di concreto alla collettività, che avrebbero potuto utilizzare tutti: “Si potevano fare dibattiti pubblici, feste degli studenti, spettacoli teatrali. Volevamo offrire una struttura a disposizione anche di scuole di danza, del liceo musicale, delle associazioni teatrali e per cineforum”.
“Per me l’inutilizzo del palco è la cosa peggiore” aggiunge Mauro Alberi, presidente dell’OGV “Questo palco va vissuto, bisogna iniziare ad avvertire le scuole, darci un senso. La copertura non è stata fatta? Si potrà comunque affittarne una provvisoria; ma al momento il palco ed il parco non sono vivi e per renderli tali bisognerà aspettare presumibilmente la primavera del 2021. Ma bisogna pensarci fin da ora altrimenti ci troveremo in ritardo”.
In effetti, per qualcuno di disinformato, il palco non pare altro che un’insensata piattaforma di cemento all’interno di un’area verde: “Doveva essere abbellito e reso armonioso dalle piante” prosegue il presidente “e ad oggi non è assolutamente così. A me pare il problema fosse la coperta corta, Parco Fornaci aveva bisogno di altri fondi, per altri lavori e non c’era la possibilità di metterli tutti nella realizzazione della finitura con la copertura anche se per questo erano stati stanziati”.
Salvo il Centro Tecchio comunque, nemmeno alle altre associazioni che hanno vinto il bando è andata bene. “Sostanzialmente i lavori sono stati fatti tutti male” spiega Davide Primucci, del Laboratorio Spazi Rurali e Boschi Urbani. “Il Comune non li ha completati e non si sa quando li finiranno, e mentre a Parco Fornaci ci troviamo con una piattaforma di cemento non rifinita, nemmeno al Bosco di Carpaneda ci troviamo con una situazione soddisfacente. Sono stati fatti dei lavori, ma non sono completi: la cartellonistica non è stata installata, i percorsi e le rampe di accesso per l’anello del Bosco non sono state realizzate come da progetto e quando abbiamo segnalato il problema in Comune non ci hanno ricevuto. Ci aspettavamo che con il cambio di amministrazione ci trovassimo a parlare con il Comune per discutere dei progetti e fare dei ragionamenti insieme, invece questo non è successo e adesso la situazione non lascia contento praticamente nessuno”.
Anche Nicola Rossi, presidente dell’associazione Nuova Vita a Santa Bertilla, è insoddisfatto dei lavori svolti: ”Tutti i nostri progetti dovevano essere in armonia con il verde, piacevoli e godibili per tutta la cittadinanza” spiega “ma questo non è successo. Al giardino Manfè le cose non sono andate bene, tant’è che non abbiamo nemmeno notizie su come sono messi i lavori. Le grandi aiuole verdi sono dissestate, e la terra e il prato non sono stati tirati a dovere per rifare il manto come lo immaginavamo. Avevamo chiesto venissero posti dei punti luce e invece sono stati installati dei lampioni senza consultarci. Il progetto era di quel triangolo al centro di una zona molto trafficata, un posto che fino a poco tempo fa era un angolo buio utilizzato come bivacco; avevamo immaginato potesse diventare un salottino fiorito, usufruibile dai cittadini del quartiere. Non solo non ci pare un lavoro fatto bene, ma un incidente ha pure danneggiato il parco di nuovo: le cooperative incaricate dal comune per sfalciare l’erba hanno invece rovinato le aiuole su cui avevano appena seminato le piante da fiori per dare l’estetica che volevamo al posto, speriamo che gli impianti di irrigazione non siano stati danneggiati a loro volta. Un lavoro pagato con i soldi pubblici è stato danneggiato con i soldi pubblici”.
“Quello che è stato fatto non è quello che immaginavamo” chiude Nicola Rossi “Tre associazioni su quattro non hanno ottenuto il risultato che speravano. Non credo che questo modo di fare sarebbe stato utilizzato in centro storico, evidentemente in periferia i lavori possono essere buttati là. Speravamo di poter risollevare quell’area, speriamo che i lavori vengano ultimati a dovere”.
L’auspicio che ci facciamo tutti è che questa situazione incresciosa venga risolta al più presto e che tutti i cittadini di Vicenza possano usufruire di queste strutture il prima possibile.